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Massimiliano Borghi Mazza non è irlandese e per la verità, non è nemmeno una persona molto semplice; pertanto, questa non è un’ autobiografia.
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Una fuga dalla provincia e sette tappe internazionali per l’ignaro Giacomo, antieroe contemporaneo per eccellenza che dovrà affrontare un viaggio iniziatico bizzarro e surreale tra personaggi grotteschi e segreti da svelare. Il nostro cavaliere moderno vivrà tutto questo indossando imbarazzanti mutande con gli orsacchiotti, armato di semplicità e ironia disarmanti, senza tralasciare la sua vera, forte e vibrante ossessione: la disperata ricerca dei suoi genitori o quantomeno di un parente adulto, insperata guida e punto di riferimento nella sua disordinata voglia di crescere.
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Un’irriverente commedia degli equivoci e dei misteri, che indaga sul caso, sul destino e sulle coincidenze, forse le uniche stelle comete che possiamo seguire.
Se di cognome fai Porcona, già da piccolo hai ben chiaro due inevitabili possibilità: tragedia o commedia per raccontarsi la propria vita? Leonardo, abitudinario e solitario, sceglie la seconda trasferendosi per lavoro in una città straniera, dove la forza dell’intraducibilità toglie senso al suo cognome.
In quel di New York, un evento (anzi due) inaspettato, busserà alla sua porta facendogli perdere la bussola. È il postino e le lettere sono due: spedite da un ospedale psichiatrico; entrambe una richiesta di aiuto; due parenti deceduti, i mittenti. Burla, spiriti dall’aldilà o complotto?
Porcona, professione informatico (poco informato), affetto da bizzarre fobie di cui conosce il nome scientifico, detective suo malgrado, cadrà in un ginepraio di domande che si anellano su una sola: il passato può tornare?
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Un giallo che nemmeno Sherlock Holmes
sarebbe in grado di risolvere.
Dopo dieci anni dall’unico caso eclatante nella storia di New Barnet, tranquilla periferia londinese, il ritrovamento del cadavere di un uomo brutalmente torturato e l’avvicendarsi di una serie di macabri eventi scatenano il caos.
L’ispettore è Holmes, ma non quello vero, è un puro caso di omonimia. L’assistente non è (elementare) Watson, ma Tobia, sfacciato e irriverente. Da un primo caso d’omicidio sino ad arrivare alla caccia a un serial killer, i morti sono almeno tre. Fin qui tutto in regola per un classico, ma la domanda è: un assassinio può avvenire senza delitto?
Un enigma da sciogliere, un intreccio ben condito da ingegnosi
colpi di scena e da una verve ironica capace di essere politicamente scorretta.
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